Rassegna che organizziamo da molti anni, grazie alla collaborazione di critici e storici dell’Arte, ricercatori, professori universitari e filosofi, articolata su 5 incontri da febbraio a maggio 2024. Gli eventi si terranno presso la Sala Civica del il Comune di Palazzolo. Il primo incontro si terrà mercoledì 28 febbraio p.v.. Relatrice la storica d’arte dott.ssa ANALISA ZINI che tratterà
” LORENZO LOTTO e i pittori della terra ferma veneta”
Visita alla città e al Castello di Grazzano Visconti
Gentili Soci e Simpatizzanti, Torniamo a voi con una nuova proposta culturale: un tour, di un giorno, in visita alla città di Piacenza e alla bellissima cittadina di Grazzano Visconti che conserva un Castello Visconteo e un grazioso antico borgo, luoghi di bellezza e di cultura. Il nostro tour inizierà nella città di Piacenza e seguirà il seguente percorso: partirà dalla Cittadella Viscontea (1373) verso Palazzo Farnese (1558). Qui visiteremo la struttura e un Museo del Palazzo. Quindi proseguiremo per Piazza Cavallii sede del Palazzo Gotico (1281), un tempo palazzo del Comune, con preziose decorazioni in terracotta. Punteremo verso il Palazzo del Governatore (1793), con la meridiana e il calendario perpe-tuo; ammireremo le statue equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese (1620). Quindi ci diri-geremo verso la chiesa gotica di S. Francesco (1278) con una cappella affrescata dal Malos-so all’inizio del ‘600. A seguire arriveremo in Piazza Duomo, sede della Cattedrale (1122) romanica, che presenta una suggestiva facciata con portali scolpiti e all’interno gli splendidi affreschi secenteschi di Camillo Procaccini, Ludovico Carracci e del Guercino. In Piazza S. Antonino vedremo la chiesa dedicata a S. Antonino (1014), caratteristica per la torre campanaria ottagonale e la soluzione del transetto occidentale e ci dirigeremo verso il Teatro Municipale (1804). A seguire, raggiungeremo, in bus, Grazzano Visconti, con pranzo libero o da noi prenotabile presso un’antica osteria nel Borgo antico, con menù tipico. Seguirà la visita al meraviglioso Castello, una fortezza e un bastione di difesa, costruito nel 1395 su concessione del Signore di Milano, Gian Galeazzo Visconti, per la sorella Beatrice andata in sposa a un nobile di Pia-cenza, Giovanni Anguissola. A fianco di tante persone illustri che vissero in quelle mura, e tra queste Luchino Visconti, famoso regista, anche un fantasma ha abitato – e ancora abita! – il castello di Grazzano: si tratta di Aloisa, moglie di un capitano di ventura, morta di dolore per l’abbandono del marito. Bellissima la visita al borgo che circonda il castello, interamente disegnato dal Duca Giusep-pe Visconti di Modrone, con l’aiuto dell’architetto Campanini; si sviluppa a ferro di cavallo intorno al castello. Il Duca lo ha progettato in modo che i suoi abitanti avessero tutte le co-modità e i vantaggi dell’epoca moderna e al tempo stesso vi potessero studiare e lavorare per esprimere la propria creatività attraverso le arti e l’artigianato, come avveniva nel pe-riodo medioevale. Il rientro è previsto nel tardo pomeriggio.
PROGRAMMA
Sabato 23 Marzo 2024
Ore 7,00 Partenza Palazzolo sull’Oglio da piazzale Kennedy in Palazzolo s/Oglio Ore 8,00 Fermata in autogrill ( caffè, servizi,..) Ore 8,15 Ripartenza Ore 9,00 Arrivo a Piacenza ed incontro con la guida – visita alla città Ore 12,00 Trasferimento a Grazzano Visconti Ore 12,30 Arrivo presso una trattoria tipica nel Borgo di Grazzano V. o possibile pranzo libero Ore 14,45 Visita al Castello con guida e al borgo Ore 18,00 Partenza per Palazzolo sull’Oglio Ore 20,00 Arrivo
COSTO DEL VIAGGIO : con pranzo: € 105,00 senza pranzo: € 80,00
comprensivo di : guide, bus, ingressi.
Il viaggio si realizzerà al raggiungimento di minimo 25 persone Conferma della prenotazione e versamento quota entro il gg. 15 febbraio 2024 presso:
Sabato 4 novembre il Salone Espositivo della Biblioteca Civica “Lanfranchi” di Palazzolo sull’Oglio si è animato con gli acquerelli realizzati da una ventina di artisti bresciani e bergamaschi, uniti per celebrare” Bergamo – Brescia Capitale della Cultura 2023” l’Anno della Cultura 2023. L’iniziativa è stata curata dall’Associazione culturale “Greppi” di Bergamo, in collaborazione con Il Maestrale aps di Palazzolo e il Circolo Artistico Bergamasco di Bergamo. Nel palinsesto delle iniziative realizzate in comune tra le associazioni per l “‘Anno della Cultura” è stato inserito questo Concorso di Acquerello, dedicato a “MICHELE AGNOLETTO” alla sua 18esima edizione. 50 le opere esposte. Vincitrice del Concorso Francesca Sisti, bergamasca, con l’opera “Attraverso una porta socchiusa”, un interno urbano lombardo, dove “la luce calda, emanata da queste mura, è un’arcana magia d’intima appartenenza” come scrive nel catalogo Laura Dossi, visual designer, membro di giuria e curatrice delle critiche. Seconda classificata la bresciana Irene Guerrieri, con l’acquerello dal titolo “Bosco Taxodi”, che ritrae questo luogo, unico nel suo genere, opera che rappresenta un “atto di grande “cura”, cura nella fattura del disegno, nell’ode a questo luogo amato…”. Terze classificate, ex equo, due artiste: la palazzolese Ede Finazzi con un acquerello dai colori tenui, dove l’acqua delle torbiere, naturale filtro purificante per tutto il territorio, “come la natura, purifica la mente e il cuore” e Renata del Gizzo con “L’ultimo saluto del sole verso San Vigilio” che “restituisce un senso di profondissima quiete, un alba che pare diluirsi in questo antico tramonto”. Hanno composto la giuria, per i bergamaschi, Sandra Nava, critica d’arte e Zaccaria Cremaschi ; per i bresciani il pittore Giuseppe Belotti e Laura Dossi, visual desiger. Un pubblico numeroso ha allietato la cerimonia di premiazione.
Lo spazio espositivo del Salone dei convegni della Biblioteca civica di Palazzolo sull’Oglio, il 14 novembre, alle ore 16,00, sarà aperto al pubblico per l’inaugurazione della Mostra che comprenderà le opere premiate, quelle segnalate e tutte le opere ammesse alla 18° Edizione del Concorso di ACQUERELLO intitolato al pittore e scultore MICHELE AGNOLETTO.
Un artista che nasce il 3 marzo 1912 nella patriottica cittadina di Bassano del Grappa, vissuto lunghi anni a Bergamo, ottimo pittore e scultore ma anche un’eccellente acquerellista oltre che insegnante del Liceo Foppa di Bergamo. L’elegante allestimento della Mostra, che arricchisce la già pregevole qualità degli acquerelli, è un’opera meritoria del Circolo “Greppi” di Bergamo che pubblica, per ogni edizione, un bellissimo catalogo che sarà visibile sul sito della provincia di Bergamo nella pagina dedicata alla cultura. La novità di quest’anno è rappresentata dalla partecipazione, assieme al Circolo culturale Greppi, del Circolo Artistico Bergamasco e dell’Associazione Culturale Il Maestrale di Palazzolo sull’Oglio. I tre sodalizi artistici , uniti per realizzare iniziative dedicate a BERGAMO – BRESCIA CAPITALE DELLA CULTURA 2023, hanno impostato un ricco programma di iniziative che, nel corso dell’anno, ha visto realizzare esposizioni d’arte contemporanea e retrospettive, esposizioni di fotografie storiche, dimostrazioni artistiche, lezione di disegno e pittura, una mostra degli allievi del liceo artistico Fantoni di Bergamo, conferenze su argomenti di carattere artistico, incontri poetici in lingua e in dialetto bergamasco, il Concorso acquerello Michele Agnoletto, il Concorso letterario l’Immagine parla, e, per la prima volta, un murale eseguito da quattro pittrici. L’innovazione portata alla diciottesima edizione del concorso D’Acquerello consiste nella partecipazione di acquerellisti bresciani. Questi piacevoli eventi sviluppati attorno al palinsesto per l’anno della Cultura 2023 sono stati realizzati in diverse gallerie, teatri, auditorium e altri spazi culturali nella città di Bergamo e in quella di Palazzolo sull’Oglio. L’esposizione dei partecipanti al concorso d’Acquerello rimarrà in allestimento presso il salone della Biblioteca Lanfranchi fino al 12 novembre. Nei giorni di sabato e domenica la Mostra sarà aperta dalle 10,00 alle 12,00 e il pomeriggio dalle 15,00 alle 19,00. Nei giorni feriali sarò visitabile negli orari di apertura della Biblioteca.
Bergamo – Teatro sant’Andrea, in via di Porta Dipinta (Città Alta).
“Proseguono gli appuntamenti culturali dell’associazione IL MAESTRALE APS di Palazzolo all’interno del palinsesto Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 in collaborazione con le due storiche associazioni bergamasche, Il Circolo Artistico Bergamasco e il circolo “Greppi”. A Bergamo, presso il Teatro sant’Andrea, in via di Porta Dipinta (Bergamo alta) si è tenuto domenica, primo ottobre, alle ore 16,00, il Concerto del MAESTRALE FLUTE ENSEMBLE che ha accompagnato il Maestro Andrea Manco, primo flauto dell’Orchestra della Scala di Milano. Teatro sold out fin dalle due settimane precedenti l’evento quanto a presenze che hanno gremito la sala ed applaudito con grande coralità un’esibizione di straordinario livello sia per la partecipazione spettacolare e virtuosa del Maestro Manco, uno tra più grandi flautisti italiani contemporanei, sia dell’orchestra, fondata 5 anni fa sotto l’egida di Evita Gardoni e Gerardo Arcangeli. Gli strumenti erano al completo, dall’ottavino, ai flauti contralti, ai flauti bassi. L’ esibizione è stata un viaggio tra i grandi capolavori della vocalità italiana. In apertura l’Arlesienne, un minuetto di Georges Bizet; quindi un salto all’indietro nel tempo con un brano di Carl Stamiz, concerto in sol maggiore, per poi passare all’andante in K 315 di Wolfgang Amadeus Mozart ; quindi la Fantasia Brillante, su temi della Carmen del flautista e compositore francese Francois Borne, la cui melodia originale è stata prima esposta e poi ripresa trasfigurata da volatine, abbellimenti ed altre figurazioni volte a mostrare la virtuosità del solista, il Maestro Manco. Il pubblico ha lungamente applaudito e si è alzato per onorare orchestra e solista. Un concerto da ricordare. Questi i componenti dell’orchestra: Anna Emanuelli, Valentina Lazzaroni, Ilaria Zuech, Laura Serina, Maria DO, Elena Algeri, Giulia Amatruda, Alice Gaslini: ai flauti contralti Ombretta Maffeis, Benedetta Chigioni, Evita Gardoni; ai flauti bassi Andrea Stefanoni, Cecilia Zanin e Francesca Lombardi. All’ottavino Salvatore Lucci. Al termine l’orchestra ha invitato tutti al 2 dicembre p.v. , presso la Casa della Musica di Palazzolo, dove si potrà assistere ad un concerto del Maestrale Flute Ensemble per festeggiare i 5 anni dalla fondazione e il ventennale dell’associazione IL MAESTRALE aps.
MATTEO PEDRALI, GIUSEPPE BELOTTI: due artisti, due generazioni si incontrano
s’incontrano a Bergamo, domenica 17 settembre 2023, dalle ore 18.00, presso la Sala Manzù, in via Camozzi, passaggio via Sora.
La mostra è visitabile fino al 28 settembre
da martedì a venerdì, ore 16/19
sabato e festivi, ore 10/12 e 16/19
Pedrali e Belotti sono anime plasmate dalle acque dello stesso fiume: un incontro lirico, non solo di due artisti palazzolesi, ma di due generazioni della terra dell’Oglio, sulla linea di confine tra le province di Brescia e Bergamo.
Attraverso percorsi personali, i due artisti hanno dedicato l’intera esistenza alla ricerca della verità, attraverso l’indagine della propria quotidianità, della propria gente e dei propri luoghi, fino a dissolvere la forma nella luce che tutto contiene e a cui tutto ritorna.
LA MOSTRA SARA’ STRASFERITA A PALAZZOLO SULL’OGLIO ED INAUGURATA SABATO 18 novembre 2023 CON LA VIDEOPROIEZIONE DI UN FILM, SULLA VITA, LE OPERE, LA CRITICA AI DUE ARTISTI, PRESSO L’AUDITORIUM SAN FEDELE ED ESPOSIZIONE DELLE OPERE PRESSO LA GALLERIA D’ARTE f22 CHE RIAPRIRA’ I BATTENTI
In seno a BERGAMO BRESCIA CAPITALE DELLA CULTURA 2023
Partner istituzionali: Ministero della Cultura, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Provincia di Bergamo, Provincia di Brescia, Fondazione della Comunità Bergamasca, Fondazione della Comunità Bresciana
Partner di area Ferrovie dello Stato Italiane, BGY Airport
Supporter dell’iniziativa: BCCBrescia, Circolo Fotografico Palazzolese, Studio F22, Hostaria al Portico, Ristorante La Corte, Osteria della Villetta, #lov_oglio
Matteo Pedrali rappresenta, non solo per la nostra comunità locale ma per la Lombardia tutta, uno dei maggiori esponenti del Chiarismo Lombardo; pittore colto e sensibile aggiornato sulle novità artistiche non solo del panorama italiano; infatti, già nella produzione della prima metà degli anni trenta rivela particolare attenzione ai lavori di Carrà, Funi, Morandi, Casorati e a quelli dei maggiori esponenti delle Avanguardie europee. Strinse rapporti a Roma con Severini e a Venezia con Cardazzo. Un artista a tutto tondo nel panorama nazionale. Giuseppe Belotti, a sua volta, rappresenta il pittore palazzolese per eccellenza. Nato a Palazzolo sull’Oglio, frequentò l’Accademia Carrara sotto la direzione del prof. Achille Funi e del prof. Trento Longaretti. Espone presso importanti mostre nazionali ed estere e prende parte a concorsi estemporanei. Partecipa anche a diverse collettive, quale rappresentante della pittura bresciana contemporanea. Il primo, amico e maestro del secondo, seppur le due carriere si siano distinte per peculiarità e caratteristiche. Per la prima volta, in Palazzolo, presso l’Auditorium San Fedele e nella Galleria Rossi,” F22”, è stata organizzata la presentazione della Mostra con tratti di originalità. Infatti, oltre all’esposizione delle opere di entrambi presso la f22 di Palazzolo, è stata realizzata la video proiezione, su mega schermo, con voce narrante prestata dall’attore Bruno Noris, non solo delle immagini delle opere ma momenti della vita artistica, riprese effettuate negli studi degli artisti, interviste, scorci di una Palazzolo bellissima, rinnovando il ricordo del percorso creativo di entrambi. Due massimi esponenti dell’arte bresciana del XX° secolo ai quali va tributato l’onore che meritano. La video proiezione in Auditorium San Fedele, è stata introdotta dal prof. Giovanni Zanni, collega degli artisti ai tempi dell’insegnamento a Palazzolo. Ne pubblichiamo integralmente il testo che rende appieno l’immagine umana e del tutto particolare di questi due esponenti di primo livello dell’arte cittadina che ricorderemo per sempre.
PEDRALI – BELOTTI : due artisti , due generazioni si incontrano
( 18 Novembre 2023)
Premessa
Siamo all’imbrunire di una giornata di fine primavera, quando il sole è già tramontato ma le ombre del crepuscolo non rendono ancora necessaria l’illuminazione elettrica all’interno della casa. E’ un momento di riposo mentale dopo le fatiche della giornata. Suona il telefono. Rispondo. Una voce baritonale, allegramente convincente, ma al primo momento sconosciuta, mi saluta. Si presenta: “Sono il sig. Arcangeli, presidente del Maestrale”. La prima impressione è di stupore: non mi capacito di cosa possa parlarmi, anche se a volte ho collaborato con l’associazione. Soprattutto è molto tempo che non lo sento. Mi presenta con entusiasmo, come suo solito, l’iniziativa in atto che il Maestrale svolge nel più ampio programma di iniziative legato a “Bg Bs Capitale della Cultura”. L’intenzione è la celebrazione di due artisti palazzolesi, Matteo Pedrali e Giuseppe Belotti, la cui esistenza si è incontrata nella vita e nell’arte pur appartenendo a generazioni diverse. Quanto più insistentemente si prolunga la presentazione più aumenta la mia perplessità. Cosa c’entro io con l’arte dei due, anche se appassionato, conoscitore e estimatore delle loro opere? Soprattutto, posso affermarlo con schiettezza, amico di entrambi? E a questo punto, forse prendendomi in contropiede, il sig. Arcangeli mi illustra quale possa essere il mio contributo. Dovrei parlare di Matteo e Beppe come “insegnanti”. Ricordare la loro presenza nella scuola. Sollecitando con energia la mia adesione, mi rimanda ad un incontro personale con Beppe, per più specifici accorgimenti sul quando e sul come dovrei presentare il mio intervento. E in effetti l’abboccamento con Beppe avviene un pomeriggio di giugno. Una bella chiacchierata a casa mia, in cui i ricordi si sciorinano con una certa nostalgia di tempi grevi di responsabilità educative, in situazioni di cambiamenti epocali, dentro realtà sociali sempre gravide di violenza e di tragedie, ma anche di grande lavoro creativo, di novità didattiche e relazionali. Dopo l’incontro con Beppe cresce ancor più il mio disagio e la mia inadeguatezza al compito che mi ero forse affrettatamente assunto. Impegnativo oggi parlare di scuola, sempre più bistrattata, ma soprattutto di colleghi di tale calibro. Li ho avvicinati entrambi, ci siamo confrontati e vissuto anni belli e difficili. Ma si sa: non sempre la memoria sostiene la oggettività dei fatti e ancor più la veridicità dei dettagli e la loro interpretazione. Parlare di due personalità così differenti, che si sono “incontrate” nella quotidianità della professione scolastica, ma non solo, significa aver colto quei dettagli che li hanno uniti pur nella loro unicità. Entrambi hanno seguito l’iter tortuoso dell’entrata in ruolo nella scuola, insegnando non sempre nello stesso istituto, fino alla definitiva assunzione a tempo indeterminato con cattedra completa. Ciò che di entrambi mi stupiva è che qualcuno li abbia indirizzati nella loro scelta, prima nello studio e in seguito nell’insegnamento.
Matteo Pedrali
Il primo ad accorgersi delle abilità nel disegno di Matteo fu il sig. Paolo Mascheretti, uno dei frequentatori dell’osteria dei Pedrali in P.zza V. Rosa. Lo invitò a frequentare la scuola serale di disegno per iscriversi poi ai corsi dell’Accademia Carrara di Bergamo. Entrare nella scuola esige una preparazione raffinata e uno studio sempre aggiornato, base per alimentare le qualità personali. Anche per artisti così speciali l’entrata nella scuola era un’esigenza economica perché, come si dice ancora, con l’arte non si mangia!
A qualunque professione si aspiri, infatti, possedere un bagaglio culturale ampio fa la differenza perché favorisce una migliore capacità di analisi dei problemi, aprendo nel lungo periodo a prospettive migliori. Ottenere la sicurezza dell’insegnamento non fu facile per entrambi e neppure una sede adeguata ai meriti artistici. Nonostante questo Matteo amava non solo insegnare, ma si sottoponeva al giudizio scherzoso dei suoi alunni. Richiesta di un parere su uno schizzo improvvisato, l’allieva, mentre sottoponeva il proprio elaborato alla correzione, rispose con sincerità che non le piaceva. Matteo segnò un voto negativo, ma si fece consegnare il diario su cui schizzò un circo a tratti veloci e unici. Firmò, chiuse il diario e consegnandolo le disse che si sarebbe ricordata. Ora lo schizzo del circo fa bella mostra alla parete di una casa di Palazzolo. Si potrebbero raccontare altri aneddoti in cui Matteo esprimeva la sua predilezione per studenti più vivaci, non disdegnando l’umorismo così caro alla sua indole.
C’era un rituale che Matteo seguiva. La sua presenza in classe, anche per ragioni di salute negli ultimi tempi, iniziava la 2° ora di lezione. Scendeva dalla cinquecento blu metallico, guidata dalla Gina, la moglie, incaricata da sempre di accompagnarlo. Arrivava poco prima delle nove, sempre puntuale, vestito grigio impeccabile, impugnando la sua antica cartella quasi consunta, ma mai sostituita, in cui conservava per l’intervallo il termos per la bevanda calda e varie medicine per la sua malattia, che rendeva più faticosa la sua presenza a scuola. Saliva direttamente nell’aula di disegno nell’ala ovest e preparava alla lavagna il titolo del tema della mattinata. Qualcuno ricorda che un disegno rimase fino a dopo le vacanze di Natale perché nessuno osava cancellarlo.
Gli alunni l’avrebbero raggiunto accompagnati dal bidello, ordinati e in silenzio che avrebbero prolungato nel lavoro impegnativo. La vita di insegnante era ritmata dal mutare delle stagioni: in essa brillava l’ansia della primavera, bruciava il fuoco afoso dell’inizio dell’estate, delicati gli scoppi dell’autunno e la purezza dell’inverno. I temi proposti agli alunni riflettevano il legame alla vita, alla natura, alla tradizione quasi popolare che incide sul destino dell’uomo.
Più pesanti erano le ore dedicate alle riunioni, soprattutto quelle del Collegio Docenti, in Aula Magna, dove sedeva ai lati della cattedra del Preside di turno accanto a due colleghi. Era un modo per uscire dal coro, pur affermando una presenza severa. Non interveniva mai nelle concitate e fastidiose discussioni, ma non perdeva un’idea, a volte pedissequa e noiosa. Talvolta confessava ai due colleghi: “Avrei tante cose da dire, ma mi frena il timore di non essere compreso e di apparire anacronistico”. Il suo regno non erano le parole, che pur sapeva ben agire, ma la sua aula e i suoi allievi. Nutriva una predilezione particolare per i soggetti svantaggiati. Con essi si sentiva a suo agio. Coloro che l’hanno conosciuto hanno apprezzato la sua opera educativa, Testimonianze univoche sono raccolte nel volumetto: “Matteo Pedrali – 1913-1980 ( a cura della Sc. M. M. Luther King di Palazzolo), stampato in occasione della sua morte. Il provveditore agli studi di Bs, Enzo Giffoni, ricordando Matteo come uomo di scuola così commentava: “…si è parlato opportunamente della sua vocazione al raccoglimento, alla contemplazione fuori dalle polemiche e dalle contese; e Pedrali seppe trasfondere questa sua vocazione nell’insegnamento, educando i giovani al gusto del bello attraverso il raccoglimento e la riflessione”. Elvira Cassa Salvi: “Con la morte di M.P. scompare un dolce, caro, mite poeta del pennello… un petit maitre”, a cui altri aggiungevano il “professore buono” o “l’uomo dell’ansiosa ricerca esistenziale e l’insegnante scrupoloso dal quale anche noi giovani colleghi avevamo da imparare”. Memorabile il ritratto di Lino Lazzari: “Il Romanzo di Matteo Pedrali” e la definizione di Lino Monchieri: “Matteo Pedrali: maestro di vita, maestro d’arte”-
Beppe Belotti
Accanto a Matteo Pedrali, nello stesso istituto, insegnava Beppe Belotti, anche lui uscito dall’Accademia di Bg, anche lui dotato di estro artistico, anche lui dedito all’educazione di alunni in fase evolutiva, non sempre sorretti dalla santa voglia di studiare, anzi spesso indisposti verso la scuola. Di lui conservavo un ricordo giovanile extrascolastico. Passava verso sera a velocità sostenuta in via Gramsci a bordo della nuova porche blu, recandosi dalla fidanzata. E tutti si stupivano perché non era cosa consueta vedere modelli così strani ma affascinanti.
Quando nel ‘75 ebbi il trasferimento e ritornai da Capriolo alla King , mi trovai nella sezione C, corso in cui insegnava da tempo educazione artistica Beppe Belotti. Quindi me lo sono trovato collega, fino al mio pensionamento. Colleghi per 25 anni.
Come per Matteo c’era stato qualcuno che aveva intravisto la sua indole artistica, così anche per Beppe ci fu chi si accorse della sua. Il giovane aveva esposto nella vetrina della bottega del padre un suo quadretto che attirò l’attenzione di Matteo Pedrali mentre scendeva la scalinata della torre tornando verso casa dopo le lezioni all’avviamento. Incuriosito e apprezzando l’opera, espresse l’idea che l’autore dovesse frequentare l’Accademia di Bergamo. Naturalmente il genitore aveva altri progetti per il figlio. Con l’approvazione della madre, ma all’insaputa del padre, Beppe si iscrisse all’Accademia. Il padre scoprì tardi la frequenza del figlio, quando dal giornale apprese del premio assegnatogli in un importante concorso artistico. Gli intrecci della vita sono strani. Beppe e Matteo si trovarono ad insegnare nella medesima scuola media. Al mio arrivo alla King, i due artisti rappresentavano due “icone”, stimate ed apprezzate all’interno della scuola, oltre che nell’ambito artistico, nonostante la loro materia d’insegnamento occupasse ore poco numerose nel curriculo medio, distribuite su più classi a formare la cattedra completa. Beppe arrivava a scuola sempre a piedi, maglione elegante multicolore in primavera inoltrata, soprabito beige nei giorni di primo autunno, quando il vento leggero annuncia il primo freddo. In inverno vestiva un cappotto moderno, verde scuro con bavero rialzato al collo. Caratteristici i suoi occhiali a rendere il suo sguardo assorto in pensieri trattenuti. Entrava in sala insegnanti, appendeva soprabito o cappotto, indossava il camice bianco, la sua divisa da lavoro. Al suono stabilito accoglieva la propria classe all’inizio del corridoio che introduceva alla parte ovest dell’edificio. Gli alunni, per lo più in silenzio, percorrevano il tratto e entrati nel salone al 2° piano disponevano sui lunghi tavoli l’occorrente scolastico. Egli li seguiva con passo flemmatico studiando ogni movimento, soprattutto dei più vivaci. L’atteggiamento apparentemente distratto e disincantato notava ogni dettaglio che in classe commentava rilevando le piccole o grandi trasgressioni alle regole. Quando la burocrazia ha prevalso e prevaricato l’aspetto educativo e didattico, per lui, come per Matteo, la stesura dei giudizi quadrimestrali costituiva un problema. L’esorbitante numero degli allievi impediva la conoscenza specifica delle attitudini dei singoli, perciò il confronto con gli altri insegnanti diventava proficuo quando collimavano certi dettagli e l’apporto degli insegnanti di educazione artistica serviva a rendere più chiara e completa la conoscenza delle attitudini degli alunni. Beppe sembrava estraneo, apparentemente assente, a volte addirittura annoiato, dalla discussione degli altri, assorto nei suoi disegni spontanei. Tuttavia, interpellato sembrava svegliarsi da una contemplazione, restituiva intuizioni precise e ponderate, atte a rendere più comprensibili certi atteggiamenti distorti soprattutto di alunni che si rivelavano problematici. Disegnava cose belle, perché la bellezza è l’origine della speranza e la speranza è l’origine di nuova bellezza! Lo confessai una volta a Beppe: l’artista ha “un dono” che lo differenzia, che lo rende unico. Applicato all’educazione e all’insegnamento fa guardare il mondo e le persone con uno sguardo più umano. Gothe affermava: “Non c’è via più sicura per evadere dal mondo che l’arte, ma non c’è legame più sicuro con esso che l’arte”. Gli alunni si lasciano trascinare facilmente se hanno di fronte docenti che amano per primi la disciplina che insegnano. La dimensione affettiva dell’apprendimento è importante: l’alunno si fida e si affida al docente che crea con lui un legame, che gli fa scoprire meglio se stesso e il mondo. E’ la maieutica che nessuno insegna ma che si applica con passione. L’arte inoltre serve a scoprire che l’utile immediato è insufficiente per la globalità dell’umanità. “I grandi pensieri incominciano sempre da quelli piccoli, ma bisogna saperli incoraggiare e coltivare fin dalla più tenera età” ( S. Tamaro, Stiamo diventando incapaci di porci domande, C, d. s 12 nov 23). L’opera educativa è difficile e complessa. A volte pone dinanzi a sconfitte inimmaginabili perché la scuola e gli insegnanti non sempre vincono le battaglie, né dell’insegnamento né della vita. A volte ci si trova a combattere battaglie con forze impari. Un episodio mi ha sempre frastornato e reso consapevole della fragilità educativa.
Un alunno, seguito dalla Comunità base, si assenta per un periodo assai lungo. Al suo ritorno, Beppe gli chiede dove sia stato. La risposta: a scuola! Dove? A Napoli. Fammi vedere cosa hai imparato. L’alunno invita il professore a camminare davanti a sé nel lungo corridoio. Poi lo affianca, lo saluta e se ne va nell’aula al 2° piano. Sulla cattedra della classe il prof. trova il suo portafoglio.
Quella “scuola” era stata non più formativa ma utile! La scuola istituzionale deve gareggiare, oggi ancor di più, con “altre scuole” dagli esiti immediati, molto più agguerrite. E meno male che ci sono stati, e ci sono, docenti innamorati della loro professione che propongono alternative meno immediate ma più umane.
Il 16 marzo 1978, alle 9 di mattina, Beppe arriva a scuola trafelato. Bussa alla porta della mia classe 3°C, viso pallido, esterrefatto mi comunica che hanno rapito Aldo Moro e che hanno ucciso la sua scorta. Le condizioni sociopolitiche del tempo influiscono notevolmente sul lavoro scolastico, perché modificano le atmosfere e le relazioni, istituzionali e personali. Certi fatti segnano dei passaggi storici dolorosi e irrisolti.
Conclusione
Sapere misurare quanta influenza abbia l’azione educativa di un insegnante è un mistero. Bisognerebbe interrogare dopo anni gli alunni che hanno seguito il suo insegnamento didattico e vissuto la sua relazione umana. Le cose cambiano, cambiano le persone. Lo strumento creativo che produce questo cambiamento è l’amore. Le persone cambiano quando sono amate. Gli alunni maturano e conservano ricordi e valori fondamentali se si sono sentiti amati. Ce lo afferma anche un poeta non molto conosciuto e apprezzato, ERZa Pound: “Ciò che sai amare rimane/ il resto è scoria/ ciò che tu sai amare non sarà strappato da te/ Ciò che tu sai amare è la vera eredità” ( E. Pound, Cantos LXXXI).
Matteo e Beppe, due icone, tra le tante, della scuola palazzolese, restano nella memoria riconoscente di tanti che hanno usufruito della loro competenza e della loro umanità.
Non so quanto sia stato proficuo l’incontro educativo di Matteo e Beppe, quanto questo abbia influito sulla loro arte. So che essi sono stati esempio di serietà e di gusto del bello, amanti dell’opera educativa, in costante dialogo umano tra loro e con la loro arte. Sono orgoglioso di aver vissuto la loro epoca scolastica.
Sabato 2 settembre alle ore 18 vi aspettiamo nella Sala Manzù, in via Camozzi passaggio via Sora di Bergamo, per l’inaugurazione della esposizione collettiva di pittura, acquerello, scultura e fotografia di artisti bergamaschi e bresciani, ispirata al tema:
“Le acque che uniscono le province di Bergamo e di Brescia: lago Sebino e fiume Oglio”
L’evento, organizzato dal Circolo Artistico Bergamasco ETS, dal Circolo Culturale G. Greppi – Bergamo e da Il Maestrale aps associazione culturale di Palazzolo sull’Oglio, in collaborazione con il Consorzio di Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio, rientra nel palinsesto Bergamo -Brescia capitale italiana della cultura.
La mostra rimarrà in allestimento sino al 1 ottobre con apertura al pubblico: da lunedì a sabato dalle ore 16 alle 19; domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
Venerdì 5 maggio u.s. nello spazio espositivo della Sala Manzù della Provincia di Bergamo è stata inaugura la mostra collettiva dedicata al tema
“LA MONTAGNA OROBICA”
L’evento, promosso dal Circolo Artistico Bergamasco ETS, dal Circolo Culturale Greppi e dall’associazione il Maestrale Aps di Palazzolo sull’Oglio, rientra nel palinsesto Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura 2023. Il tema di questa esposizione è stato scelto per favorire una panoramica artistica delle Alpi e Prealpi Orobiche, protagoniste indiscusse del territorio delle province di Bergamo e di Brescia. All’inaugurazione bergamasca è seguita quella bresciana, portata da Bergamo a Palazzolo sull’Oglio, da noi organizzata ed inaugurata ieri ,
20 maggio , alle ore 17,00, presso il Salone Espositivo della Biblioteca Civica cittadina che resterà aperta fino al 4 giugno (anche negli orari di apertura della Biblioteca).
Un viaggio attraverso l’iconografia della montagna vista dagli occhi sia degli associati dei circoli di Bergamo sia da quelli degli artisti bresciani: in tutto 78 partecipanti. L’inaugurazione ha visto una notevole partecipazione di pubblico, la presenza autorevole del Sindaco, Gianmarco Cossandi, del presidente del Maestrale, Adriano Arcangeli e del dott. Cesare Morali, presidente del Circolo artistico Bergamasco. La collettiva ha evidenziato buone abilità artistiche da parte dei partecipanti e molta fantasia nel declinare il tema proposto. Nella giornata di domenica 21 maggio, a complemento della Mostra, l’artista bergamasca Marinella Canonico, ha tenuto, nel Salone espositivo, una lezione sulla tecnica dello smalto a fuoco su metallo e su rame per la creazione di monili e oggetti. A Bergamo, in occasione della prima inaugurazione di questa Collettiva si è tenuto un Convegno al quale ha partecipato il dott. Carlo Personeni, presidente del Bacino imbrifero montano che ha dichiarato:
«Bisogna fare sinergia per salvare la montagna, non è così difficile –Tutti insieme, a tutti i livelli istituzionali, per dare un futuro sostenibile e rispettoso ai territori montani. La nostra montagna presenta criticità geo-morfologiche importanti, ha una struttura insediativa piuttosto fitta e frammentata, lamenta problemi di comunicazioni e carenza di servizi di base; e non basta offrire sull’altro piatto della bilancia specializzazioni produttive, aree di richiamo turistico, centri di produzioni agro-alimentari, complessi industriali e artigianali, zone di valorizzazione agricola e agrituristica, borghi di pregio culturale e ambientale. Le problematiche superano le potenzialità. Servono visioni, strategie e nuova programmazione per definire strumenti e opportunità per restare, tornare e investire in montagna». A seguire i nominativi degli artisti che hanno partecipato
Impostazioni dei cookie
ilmaestrale.eu richiede di accettare i cookie tecnici per scopi legati a prestazioni che consentono di fornire il servizio migliore a chi ne usufruisce. I cookie di terze parti vengono utilizzati per offrire funzionalità social.
Per ulteriori informazioni o per modificare le tue preferenze, clicca "Ulteriori informazioni sulla Cookie Policy" in fondo alla pagina Web e per ulteriori informazioni relative ai cookie e all'elaborazione dei tuoi dati personali, consulta l'Informativa sulla privacy e sui cookie.
Inoltre puoi sempre modificare le tue preferenze accedendo alla sezione "Cookie Policy" in fondo alla pagina. Per i dettagli completi, consulta l'Informativa sulla privacy e sui cookie.
Accetti i cookie e l'elaborazione dei dati personali interessati?Si, accetto i cookie funzionaliNo, rifiuto i cookie di terze parti non funzionali.Ulteriori informazioni sulla Cookies Policy